» Home



» Stefano...

» Empreintes de vie

» L'aspect créatif

» Photos et vidéos

» Revue de presse



» Contact

» Plan du site

it | en | FR | 日本語


Les poésies de Stefano

scrivere
Écrire équivaut vraiment à manier une épée

Les poésies de Stefano apportent tant d'émotions: amour, tristesse, mystère, nostalgie, les étoiles, la magie, le souffle de l'espérance transporté par le vent et autres merveilles de la vie et de la nature. Les poésies sont naturellement écrites en italien. Les traductions seront visibles dès que disponibles. Vous trouverez aussi des vidéos réalisées par Stefano où il récite quelques-unes de ses poésies.

image
Écrire reste ma vocation, par bonheur l’unique route éternellement ouverte pour mon âme inquiète inspirée par la lune, et toujours tournée vers la découverte.






prédédente | suivante | haut de page

C'è un'insondabile tristezza

C'è un'insondabile tristezza
non so dove né perché
e non vorrei saperlo
ma le radio e le tv non tacciono per sempre
presto o tardi un po' di mondo e uomini
mi saranno noti e sconosciuti come in sogno.

Questo pianeta continua ad avanzare
si può vedere il sole anche di notte
o le nubi dal di sopra
ma nel mondo che vedo veramente
gli sguardi continuano a mancare.




Foglie di Te

Ricordo foglie di te nel turbinio d'un gorgo.
Mi avvedo adesso che d'intorno non ti scorgo.
Ciondolo di giada, splendevi qui nel cuore.
Eri goccia di rugiada sul mio rosso fiore.

Adesso quel fiore sta ad appassirsi
e i petali del cuore cercano di aprirsi,
aprirsi alla vita che sembra finita,
aprirsi alla sera che è sempre sincera.

S'annuvola un poco vicino, lo sento
crepita un fuoco, un fuoco mai spento
che arde brillante guizza veloce.
Sembra un diamante fatto di luce.

Luce che abbaglia, che brucia, che taglia.
Un amore canaglia che cuoce e si squaglia.
Le tue mani sicure cinsero il fiore.
Le tue attente cure ne cambiarono il colore.

Ancora ti penso, io non lo nego.
Amore mio immenso, ascolta ti prego,
ascolta il dolore avvolto nel manto,
non solo il rumore. Ascoltane il canto.

Ascolta la luna, ritorna mia stella.
Non voglio nessuna, sei tu la più bella,
sei goccia che piove, sei foglia sul ramo
e corteccia, la dove sta scritto "ti amo".

Di te amo ogni cosa e ho capito infine
meglio perderla una rosa che afferrarla sulle spine.
Io amo il tuo viso e quella piccola bocca.
Amo quel tuo sorriso e quello sguardo che tocca.

Tante altre cose mi hanno colpito,
cose meravigliose che ho intuito
quand'ebbi compreso quanto profondo
e quando esteso fosse il mondo.

Ottenni d'un tratto più voce, più forza,
unghie da gatto e ruvida scorza.
Quel rispetto rubato, un pezzo di specchio
nel pozzo trovato piantato nel secchio.

Non ho alcun diritto, io questo lo so.
Ma vedi, sta scritto "Per sempre amerò".
Per sempre amerò mia piccola fata,
i due grandi oblò cui sei affacciata.

Per sempre amerò quei capelli di seta,
quella coda che so esser di una cometa.
Per sempre amerò quel nasino patata,
quello che un pò ti da un aria fatata.

È per sempre, lo so, e lo sa pure il vento.
Io ti amerò in ogni momento.
Un solo tuo gesto, qualche delicatezza,
e credo che presto tornerebbe carezza.

Senza più artigli, senza sguardo rapace,
immagina due gigli che parlano di pace.
Forse poi col mattino anche io tornerei
a sentirmi bambino e veder che ci sei.

Potremmo poi giocare anche senza regole.
Già ti vedo saltellare in campo fra le fragole.
Io potrei suonare il piano, piano piano,
facendoti danzare sul palmo della mano.




Giappone

Nel cerchio del sole,
la pupilla del mondo
legge in poche parole
il senso più profondo.

Le storie che lessi
di uomini d'onore
che sacrificarono se stessi
nel nome di un Signore.

Sotto il fusto dei cipressi,
alle radici il loro cuore,
porta i nomi bene impressi
anche senza alcun colore.

Impressi col coraggio
e la determinazione
del guerriero saggio,
presente in ogni azione.

Impressi con la forza
del monaco sapiente
che stringe la sua morsa
per addentare il niente.

つつ’く...à poursuivre, 2006





Il senso dell'amore

Avrà mai senso parlare dell'amore,
che non ha forma, né gusto, né odore?
Sì, bello ciò che dà, lo ammetto,
caldo turbinio, gelido abbraccio,
ti stringe al collo ed al petto
è forte e stretto, come un laccio.
È dove vado, in ciò che dico,
in quel che penso,
in quel che faccio,
ma saprò mai se è mio nemico?




La luna

Tu, creatura stupenda,
sei, ma soltanto nell'attesa
che il manto si distenda
offuscando lentamente
come polvere finissima
sul marmo più lucente
l'armonia delle tue forme
e l'incredibile bagliore
che nasce nei miei occhi
se ti guardo o se ti penso.

Ciò a cui assisto non ha senso
e ciò che scrivo ancora meno,
ma quel che serve l'hai già adesso.
Cogli l'attimo tu almeno
e sii felice un pò più spesso
perché tu hai una speranza
appena nata ma già forte
con cui varcare ogni distanza
ed aprir tutte le porte.

Ciò che resta di me è poco.
C'è poca legna ormai nel fuoco,
sono un ago senza cruna
e tu, bellissima, la luna.




Lama

È qualcosa che taglia,
brilla con le stelle;
splende sì ch'abbaglia…
Lei e la mia anima,
sono sorelle.






Matura

Adorando gli animali e ascoltando la natura
non ci sono giorni uguali e l'esistenza non è dura.
Poi la vita nel tuo cuore cambierà mille e più forme,
sentirà la scie d'odore, si perderà fra quelle orme.
Torna sempre il tempo nero che ti fa mancar la pace.
Pensa un poco che davvero per certi versi sei un rapace.
E un poco sei un salmone quando lotti contro il fiume.
Certe sere fai il pavone dietro il tuo scudo di piume
poi veloce e controvento senti che sotto la pelle
scoppia; quasi in modo lento, lo stesso potere delle stelle.
E leggi la verità rosso sangue, la verità nelle tue voglie
scritta invero in molte lingue ma sepolta dalle foglie.
Sei cattivo nell'intento, hai un istinto selvaggio
che non va via col vento né con l'ennesimo lavaggio.
Allora indossi la speranza o ti inventi tanti sogni
per soddisfare qualche istanza o placare i tuoi bisogni.
Tieni un piede in quattro scarpe mentre insegui il bene e il male.
Sei una trota fra le carpe senza il tuo lato animale.
Un pò sarai come i conigli. Salterai per sempre invano
se non vedi quegli artigli sulle dita di ogni mano.
Stai sguazzando nel fango, accecato dal sole,
e non pensi che un orango può capire le parole.




Passero meravigliato

Passero meravigliato
sorpreso dalla neve
sulla strada verso casa.




Armonia — Felicità

Il candido stupore
di un passero meravigliato
sorpreso dalla neve
sulla strada verso casa

2006






Je considère cette composition comme une poésie Zen et la composais de fait durant mon premier voyage au Japon (2002), où la beauté des jardins me coupait le souffle mais non les mots.


La primavera tradita

Le foglie sui rami sono passioni vive,
le cose che chiami naturali ed istintive.
I petali sul prato sono sensi dormienti,
le cose c' hai amato con l' unghie e co' denti.

Le foglie nel vento diventano sferzanti
e devi stare attento a non guardare avanti.
I petali sul fiume scorrono veloci,
leggeri come piume sono soavi voci.

Le foglie nel fuoco sono scintillanti
ma brillano per poco, non come i diamanti.
I petali per strada sembrano gettati,
e poi nessuno bada se sono calpestati.

Nel palmo della mano, i petali e le foglie
racchiudono uno strano senso che mi coglie.
Un che di illuminante, un segreto che sboccia
l'oceano in un istante, sembra una sola goccia.






C'était pendant l'année 1994; j'avais donc 16 ans...


Punto luce

Sono le costellazioni tutto ciò che mi resta
d'un immane tempesta di pensieri e visioni.

Sono punti di luce a grande distanza,
avvolti nel buio dell'esistenza.

È la distanza, per quanto infinita, che dà la speranza
d'avere vissuto davvero la vita per almeno un minuto.




Resta sempre meno terra

Resta sempre meno terra
a scaldarsi sotto al sole
e non più una goccia d'acqua
che non sia stata rossa o nera.

È un'aria d'odio, fumo e di parole
che passa adesso per le piante, e
il fuoco sempre ardente
è ora in mano ad ogni uomo
e le scuse sono strane o uguali
ma sono sempre tante
per chi da certi mali
può fuggir senza problemi
e chi non sa cos'è la fame
o come cogliere un istante.

Ma tutto può cambiare molto.
Il mondo in fondo ancora ruota.
Tutti sanno cos'è il buio,
il dolore, la morte e la paura
e ci sarà sempre un posto buono
per guardare verso il cielo.




Silenzio d'incanto

Senza sguardo rapace, senza più gli artigli,
inspiro aria di pace. Immagino dei tigli.

Poi vedo dei cespugli fra gigli e fili d'erba
e sento dei bisbigli, una canzone acerba.

Sparpagliate dal vento, danzano le foglie
quasi senza intento, senza desideri o voglie.

Sogno di conigli che assieme con i figli
piegan come fogli i petali dei gigli.

In cima alla scogliera al morir del sole
accolgo questa sera rinunciando alle parole.






Verso l'amore, l'amore diverso

Risplendi nel cuore come sfavillante giada,
Se il mondo fosse un fiore tu saresti la rugiada.
Dentro sento che, se così può dirsi,
un fiore adesso c'è ma indugia nell'aprirsi.

Aprirsi alla sera se lei è sincera,
aprirsi alla vita che non è infinita,
aprirsi alle cose, le nuvole, il vento
anche cose paurose, “il risentimento”.

S'annuvola un poco ma, in cielo lo sento,
crepita un fuoco, un fuoco mai spento
che arde brillante, guizza veloce.
Sembra un diamante fatto di luce.

È luce che taglia, che fonde, che squaglia,
che brucia ed abbaglia e che fulmini scaglia.
Bellissima, aspetta! Un po' emozionato
poiché una saetta m'ha folgorato.

Potrei mancare o sbagliare una rima,
oppure salpare spezzando la cima.
Ascolto il respiro. Mi dà sicurezza
adesso che ammiro tanta bellezza.

Io spesso ti penso, e più non lo nego.
Amore mio immenso, ascolta ti prego.
Ascolta la luna. Lei dice, mia stella,
in terra nessuna sarà mai più bella.

Sei acqua se piove, una foglia sul ramo
corteccia laddove io leggo: ti amo.
Io amo il tuo viso, la splendida bocca.
Amo quel tuo sorriso e quello sguardo che tocca.

In te amo ogni cosa ed ho capito infine
tu sei come una rosa ed io sto sulle spine.
Per il dolore saresti un guanto.
Sopra un rumore tu saresti un canto.

Ascoltando l'altroieri una musica assai bella
io sentivo che tu eri anche dentro quella.
E… ti amo dal profondo e, nella mente mia,
non te lo nascondo, tu sei una poesia.




Risplendono i tuoi occhi a viva luce

Risplendono i tuoi occhi a viva luce
e in mezzo ai denti un solo fil di voce
ascolto il sussurrar dei venti
e affido loro tutto quanto il mio dolore.
Forse ora già lo senti, dolce amore.

Immobile e silente è lì che attende,
e nella notte oscura la sua mano
mi prende e mi trascina verso un viale
alla cui fine vedo chi siamo tutti noi.
È già tempo di sognare, dolce amore.




Immortale e sublime magia

Mi sento smarrito tra gli echi di un suono
ora ben definito e deciso nel tono
e ricerco la via nell'intento di uscire
ma seguendo l'incanto nella sua melodia,
ma seguendo l'incanto nella sua melodia.

Non so dir cosa sento se non la sola poesia
e cercando me stesso tra suoni e parole
sempre più spesso mi trovo in balia
di quest'immortale e sublime magia,
di quest'immortale e sublime magia.



Una lieve parola portata dal vento

Mi muovo nell'aria veloce e leggero.
Libero e sciolto come un pensiero,
contemplo le nubi e, in stormi, gli uccelli
mi volano intorno, senza sfiorarmi,
mi volano intorno, senza sfiorarmi.

È un limpido giorno e c'è un forte vento
che gonfia le vele, che scioglie i capelli
e sembra che rubi parole e pensieri,
sospiri d'amore, che ancora non sento,
sospiri d'amore, che ancora non sento.

Attendo paziente che arrivi qualcuno.
Più niente mi tocca, non mi sente nessuno.
Di bocca in bocca udibile a stento
una lieve parola portata dal vento,
una lieve parola portata dal vento.





Il me semble avoir bien décrit l'idée que le poète veuit décrire, moi qui entends encore la mer appeler et qui rêve de tortues marines et d'hippocampes du coeur de l'île de Capri. Le travail continuait, je m'excuse d'avoir présenté un travail incomplet et incorrect. Il me manque pas grand chose pour le finir et l'affiner, veuillez me pardonner, mesdames et messieurs.


Poesia romanzo — L'albatro di Charles Baudelaire

Spesso i più scaltri della ciurma
s’accaniscono vilmente sull’albatro
e obluminati dalle foschie della vita notturna
torturano questi maestosi uccelli marini,
maltrattandoli con piglio atroce e macabro
per eruttare via i fumi dei loro festini.

Sfogano la rabbia repressa e qualche guaio
su questo viaggiatore alato un pò maldestro e goffo,
quando con due pagaie bianche al traino
si vede schernito e rimbeccato dal mezzo marinaio.
Mi smonta vederlo lì sul ponte, impacciato e buffo,
lui che sfidava l’orizzonte poco prima
viene mimato con miserabile e pavido astio
da un ebbro ed empio omino che si finge storpio.

Ogni poeta, elevato e nobile come le ali d’azzurro,
si lancerebbe impavido contro il fortunale,
con sforzo vedrebbe il male zotico e buzzurro
nelle frecciate degli ipocriti che con odio animale
nella folla gli urlerebbero che è un incapace
e che quelle ali giganti in cui continua ad inciampare
non lo rendono temibile e rispettabile come un altro volatile rapace.